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22 Novembre 2018 News

L’abbandono del proprio partner, dei genitori durante l’infanzia o persino della società è una condizione che genera una ferita che, anche se nascosta, difficilmente rimargina completamente.

Ci si può trovare a dover affrontare, sin dalla più tenera età, la paura dell’abbandono.

Sentirsi abbandonati non equivale solo ad avere un genitore effettivamente assente durante l’infanzia, spesso si tratta di un abbandono emotivo che ha delle conseguenze più profonde e dolorose. Avere dei genitori fisicamente presenti ma assenti dal punto di vista emotivo, per un bambino può essere devastante per il proprio sviluppo relazionale, in quanto vengono minate le basi per lo sviluppo di un attaccamento sano.

Essere abbandonati durante l’infanzia è un’esperienza che segna e può portare a continui fallimenti affettivi che lasciano un senso di vergogna e angoscia. L’angoscia dell’abbandono porta a provare la sensazione di aver perso qualcosa e scava un vuoto dal quale echeggia il pensiero di non poter essere amati e che la solitudine sia il solo ed unico rifugio…che in fondo non ci si può fidare di nessuno!

Questa sensazione di vuoto non ha età, qualsiasi bambino la può sentire, qualsiasi adulto ne può essere devastato.

Temere che le persone che amiamo possano abbandonarci da un momento all’altro è comprensibile soprattutto quando esperienze del genere sono state già vissute, tuttavia non è sana l’ansia che si scatena di conseguenza: non possiamo permettere che il pensiero ossessivo di essere lasciati ci tormenti.

La paura dell’abbandono può diventare una prigione asfissiante che arriva a pregiudicare qualsiasi rapporto. Il modo migliore per gestirla è capirne l’origine. Si tratta di una paura primordiale che ha origine dalle relazioni primarie, pertanto liberarsene può non essere semplice, tuttavia sanare questa ferita aperta porta ad uscire da una gabbia che ci tiene prigionieri insieme alle nostre carenze affettive.

Il trauma di uno o più abbandoni va a minare la propria autostima: sentiamo di non valere nulla e si può sviluppare l’ansia di ulteriori abbandoni. La paura dell’abbandono può portare alla costruzione di dinamiche relazionali “tossiche”: si ha un bisogno continuo dell’altro, al punto da arrivare a rinunciare alla propria autenticità pur di sentirsi amati ed apprezzati (rinuncio a me stesso pur di compiacere l’altro).

Nessuno merita di vivere una relazione del genere: nessuno ha il compito di salvarci ed il partner non può rappresentare la nostra unica fonte di affetto. L’unico amore che può davvero guarire è quello per noi stessi.

Non si può permettere che la mancanza di fiducia vada a minare le nostre relazioni di coppia: per raggiungere la stabilità è necessario lavorare sulla fiducia in noi stessi per poter poi stingere rapporti più maturi e significativi.

E’ importante lavorare sulla propria autonomia emotiva, solo noi, infatti, possiamo colmare i nostri vuoti: non si può pretendere che qualcun altro si assuma le nostre responsabilità.

Il processo che porta ad elaborare e superare la paura dell’abbandono può essere un percorso lungo e doloroso che difficilmente si riesce a percorrere senza un aiuto.

Qualsiasi abbandono, fisico o mentale, lascia una profonda ferita. Se si sente che questo sentimento ci limita e impedisce di instaurare relazioni mature e soddisfacenti, è il caso di contattare uno psicologo.

Solo quando saremo in grado di dare a noi stessi l’amore che meritiamo, le cose cambieranno.


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